INFIAMMAZIONE DA CIBO
Relazione tra intolleranze alimentari e reflusso gastrico
Facciamo un po’ di chiarezza sulle intolleranze alimentari.
Intolleranze o Reazione esagerata a determinate categorie di alimenti?
I fenomeni di intolleranza a determinati cibi o categorie di alimenti sono in piena esplosione. Vi è molta confusione su questo argomento ed è necessario fare un po' di chiarezza.
È sempre più frequente, tra gli Italiani, ma anche tra le persone di altri paesi, soprattutto nei paesi cosiddetti ricchi, che una grande porzione di persone dopo aver mangiato alcuni cibi accusa fastidi di vario tipo, spesso moto forti tra cui anche il reflusso.
La reazione eccessiva e incontrollata ad un alimento (chiamata intolleranza) produce anche infiammazione che si accende nell’intestino ma che poi si diffonde in vari parti del corpo, per tale motivo le intolleranze sono la fonte di innumerevole e spesso incomprensibili problemi di salute, non solo digestivi
L’infiammazione da cibo è uno dei motivi che favoriscono fermentazione.
L’infiammazione interna e la fermentazione intestinale favoriscono l’eccesiva produzione di gas oltre che una cattiva digestione e assorbimento degli alimenti tutti fattori che contribuiscono a creare i presupposti pe il reflusso gastrico.
In particolare gli alimenti che maggiormente creano reazioni anomale le cosiddette intolleranze sono:
- il grano (pane, paste, biscotti etc) – prodotti contenti glutine
- latte e latticini
- lieviti
- prodotti contenenti nichel
Praticamente creano infiammazioni alcuni degli alimenti che mangiamo con maggiore frequenza.
Per comprendere questo aspetto è importante considerare che gli Europei o gli Americani rispetto ai Cinesi hanno reazioni infiammatorie (intolleranze) per cibi differenti. Europei e Americani (USA) manifestano intolleranze soprattutto al grano e ai latticini, i Cinesi invece hanno intolleranza per il riso.
Il fatto che le intolleranze variano da paese a paese ci fa comprendere, come confermano gli studi (1), che sono proprio gli alimenti che mangiamo con maggiore frequenza che possono portare a sovraccarico e reazione infiammatoria.
Alcune ricerche(2) hanno inoltre dimostrato, infatti, che le immunoglobuline igg (particolari anticorpi) nel sangue aumentano per i cibi che assumiamo con maggiore frequenza.
1) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25393003
2) https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23170971
La localizzazione geografica delle intolleranze corrispondente alle abitudini e tradizioni alimentari dei differenti paesi e culture e i risultati degli studi dimostrano che la dieta e gli alimenti assunti con maggiore frequenza influenzano la risposta immunitaria in maniera diretta ma variabile.
Ci sono altri fattori tra cui la qualità del cibo e i danni che presenti nel microbioma intestinale dovuti all’inquinamento, ai farmaci e ad altri fattori che influiscono sulla reazione personale a certi alimenti, ma per adesso concentriamoci sulle abitudini alimentari.
Non è un caso dunque che noi italiani siamo molto spesso intolleranti a grano e latticini, e che i cinesi invece al riso, insomma proprio agli alimenti più utilizzati quotidianamente per abitudini culturali disponibilità, costo etc.
Variabilità delle intolleranze agli alimenti
Ed è anche questo il motivo per cui le intolleranze, o meglio la reazione anomala ad alimenti naturali, nella stessa persona variano continuamente, spesso confondendoci.
Inoltre, se si intraprende un percorso di eliminazione continuava di alimenti, si rischia di impoverire la dieta e indebolire ulteriormente la digestione per via di una sequenza crescente di cibi eliminati.
Eliminare degli alimenti per lunghi periodi di tempo o per sempre è una scelta che in genere si rivela sbagliata, lo dimostrano le persone che iniziano ad eliminare un alimento e poi continuano ad eliminarne altri fino a quando non sanno quasi cosa mangiare, indebolendo notevolmente la capacità naturale del corpo di riconoscere e di digerire gli alimenti.
In alcuni casi (per malattie importanti) può essere utile eliminare totalmente un alimento per alcuni mesi ma non è la prassi da utilizzare normalmente, comunque è necessario seguire un protocollo pianificato e concordato con il medico.
Lo stomaco e l’intestino si comportano in un certo senso come un muscolo, nel senso che va allenato ed utilizzato per mantenere la forza.
Quando infatti non “alleniamo “l’intestino attraverso il contatto (periodico) con i diversi alimenti, questo perde la capacità di riconoscerli e processarli fino al punto che alla reintroduzione di quei cibi il sistema immunitario reagisce in maniera esagerata, con sintomi molto forti, quasi come se avessimo introdotto dei veleni e non un alimento naturale.
Eccezioni: le allergie dimostrate e certificabili da esami validati dalla scienza
Quando sono presenti allergie conclamate, ad esempio quelle alla frutta secca (ige mediate) e la celiachia.
In questi casi gli alimenti in questione vanno totalmente eliminati.
La soluzione all’infiammazione da cibo?
Una alimentazione variata è utile ma non sufficiente.
È necessario utilizzare uno schema settimanale di rotazione degli alimenti in modo da ridurre la sensibilità ai cibi che utilizziamo con maggiore frequenza e favorire un riadattamento graduale.
Regola del 3
Una regola base da tenere in considerazione utile per ridurre l’infiammazione da cibo è quella di mangiare lo stesso alimento o categoria di alimenti (ad esempio cibi contenti glutine) 3 o 4 volte a settimana al massimo.
Concentrando l’utilizzo dei cibi su cui siamo intolleranti in 3 giorni la settimane e 4 di riposo (non utilizzo). Nei 4 di riposo non devono però essere utilizzati neanche piccole porzioni dei cibi che abbiamo verificato ci creano delle problematiche.
Con questa semplice strategia integrata con una adeguata dieta disintossicante e utilizzando dei rimedi in grado di ristabilire equilibrio della flora batterica intestinale si facilita e la risoluzione dell’intolleranza ad un alimento.
Altro fattore importante per ridurre l’infiammazione da cibo è la stagionalità, frutta e verdura se di stagione possono essere mangiati anche tutti i giorni.
Intolleranza al glutine (moda o reale epidemia).
Una considerazione a parte va fatta per l’intolleranza al glutine. Infatti per gli alimenti realizzati con grano, va considerato un ulteriore aspetto importante.
Il pane la pasta che troviamo in commercio sono attualmente quasi totalmente realizzati con grano ogm (geneticamente modificato) che arriva da Canada e Stati Uniti, conservato con additivi, trasportato e stivato per lunghi tempi spesso in presenza di muffe.
Il pane e la pasta prodotti con farine scadenti favoriscono maggiore infiammazione e reazioni esagerate come di “rigetto” .
Il pane prodotto con farine importate e totalmente raffinate andrebbe eliminato o ridotto drasticamente dalla dieta soprattutto per chi è particolarmente sensibile al glutine.
Una dieta priva di glutine può comunque essere sana ma va impostata in modo corretto, se improvvisata può essere contropudecente, come dimostrano alcuni studi tra cui questo (3).
La soluzione all’intolleranza al glutine?
Oltre che seguire la regola del 3 è necessario utilizzare alimenti prodotti con grani Italiani, possibilmente varietà antiche, che hanno dimostrato di essere a basso contenuto di glutine e che riducono in maniera marcata la reazione infiammatoria.
Il grano iper raffinato, conservato e prodotto con varietà industriali ad elevato contenuto di glutine, è pro infiammatorio mentre i grani antichi non lo sono.
Ti chiederai come faccio a sapere se il pane che compro al panificio o al supermercato è fatto con farine di qualità o meno?
E’ davvero difficile, i commercianti fanno in modo di non farci avere indicazioni cosi da impedirci di scegliere, ed è così che ci troviamo costretti a consumare ignari di ciò che mangiamo!
Generalmente non si trovano indicazioni sulla provenienza e sul tipo di trattamento della materia prima nelle confezioni, per questo una buona soluzione è quella di cercare dei panifici che producano pane con farine antiche Italiane tipo Tuminia , Senatore Capelli, Korasan etc. Sono buoni e salutari.
Trovi indicazioni utili in questo articolo : https://www.greenme.it/mangiare/alimentazione-a-salute/14362-grani-antichi-vantaggi-dove-trovarli
Conclusione
Una dieta e piacevole variata in maniera appropriata nell’arco della settimana e delle stagioni, è un’arma molto potente per evitare il sovraccarico infiammatorio e prevenire o ridurre le intolleranze e con questi anche il reflusso gastrico.
Ho personalmente beneficiato della regola del 3.
Nel sistema liberi dal reflusso sono descritte in maniera pratica tutte le strategie per mantenere una bassa infiammazione da cibo pur mantenendo un’alimentazione appetitosa aspetto fondamentale per evitare fermentazioni ma i cui benefici come dimostrato da innumerevoli studi scientifici si estendono in tutti gli ambiti della salute.
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Alla tua buona digestione!
Salvo