Inibitori pompa protonica. Cosa sono, a cosa servono e quali sono i rischi accertati 

 Giugno 27, 2023

By  Salvo

Hai mai sentito parlare degli inibitori di pompa protonica? Sono farmaci molto popolari che vengono utilizzati da milioni di persone in tutto il mondo per trattare il reflusso gastrico

Ma sai davvero come funzionano i farmaci inibitori della pompa protonica e quali sono i loro effetti collaterali? 

In questo articolo, ti svelerò la verità su questi farmaci e ti mostrerò come puoi risolvere il tuo problema di reflusso gastrico in modo completamente naturale.

Scoprirai anche come migliorare la tua salute complessiva senza l'uso di farmaci potenzialmente pericolosi. Se sei curioso di sapere di più, continua a leggere e lasciati sorprendere!

Gli inibitori di pompa protonica (PPI) sono i farmaci più utilizzati per il reflusso gastrico

Proseguendo la lettura, potrai verificare tu stesso come:

  • i farmaci inibitori della pompa protonica non siano un rimedio risolutivo per il reflusso gastroesofageo (GERD), ma agiscono solo sui sintomi
  • abbiano dimostrato di avere effetti collaterali e complicazione notevoli, anche superiori a quelli indicati nel bugiardino
  • esiste una vasta documentazione scientifica che dimostra come utilizzare gli inibitori di pompa protonica, se non per il tempo minore possibile e nei casi indispensabili e sotto stretto controllo medico, possa rivelarsi molto pericoloso.

Anche l'Agenzia Italiana del Farmaco mette in guardia da un utilizzo eccessivo degli inibitori di pompa protonica.

Per tali motivi è necessario ed urgente individuare e mettere in atto strategie efficaci e sicure in grado di risolvere il reflusso gastroesofageo attraverso un percorso naturale di guarigione che prenda in considerazione le cause e le esigenze specifiche di ogni individuo e della sua storia, come illustrato a seguire nell'articolo.

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Ecco il risultato di 4 studi scientifici su omeprazolo ed altri inibitori di pompa protonica

  • Questo studio (1) dimostra che il reflusso gastrico notturno continua ad essere presente anche nei pazienti trattati con inibitori di pompa protonica.
  • Questo studio (2) dimostra che cambiare alcuni aspetti dello stile di vita può essere sufficiente per diminuire il reflusso gastrico.
  • Questo studio (3) mette in luce come la terapia tradizionale (inibitori di pompa protonica) abbia dei rischi elevati e come sia pertanto necessario cercare altri rimedi naturali per il reflusso. Inoltre dimostra che variando la composizione dei pasti il reflusso migliora notevolmente.

Quindi anche la scienza conferma che se si conoscono i segreti di un'alimentazione adeguata e conforme alle personali esigenze, il reflusso gastrico può essere non solo diminuito, ma eliminato definitivamente.

Questo ulteriore e impressionante studio (4) parla degli effetti collaterali causati dall'utilizzo degli inibitori di pompa protonica.

In relazione allo studio in questione, il dott. John Cooke e i colleghi del Houston Methodist Research Institute affermano

"L’esposizione continua agli antiacidi (inibitori di pompa protonica) accelera l’invecchiamento biologico delle cellule umane che rivestono l’interno dei vasi sanguigni. Il dott. Cooke ribadisce: Quando abbiamo esposto per un periodo di tempo le cellule endoteliali umane a questi inibitori della pompa protonica, abbiamo osservato un invecchiamento accelerato di queste cellule."

I ricercatori sospettano che, dietro l'aumento del rischio di attacco cardiacoinsufficienza renale e demenza osservato negli utilizzatori degli inibitori di pompa protonica, vi sia questo meccanismo.

In questo video puoi ascoltare un'interessante intervista rilasciata al portale "Medicina e Informazione" dal Prof. Antonio Gasbarrini, Ordinario di Medicina Interna e Gastroenterologia presso l'Università Cattolica e Primario al Policlinico Gemelli di Roma. A proposito di gastrite, il Prof. Gasbarrini dice: 

Non ho mai capito perché nell'immaginario delle persone prendere un antiacido o un inibitore di pompa protonica è qualche cosa che fa bene. Non è vero! Assolutamente non è vero, perchè l’acido gastrico è fondamentale per far partire il processo digestivo.

Se non avessimo l’acido gastrico non saremmo in grado di cominciare a staccare dalle fibre proteine, lipidi e carboidrati, per cui pensare di bloccare l’acido gastrico con un inibitore di pompa per un periodo di tempo prolungato e pensare che questo non abbia degli effetti collaterali è una follia.

Calcolate che l’acido gastrico, tra le sue mille funzioni, ha anche quella di determinare il primo processo di sterilizzazione del cibo. Tutte le volte che noi mangiamo qualcosa o che tocchiamo qualcosa introduciamo batteri patogeni, miceti e virus nell'apparato digerente. L’acido gastrico è fondamentale anche per dare una forma di sterilità, oltre che per favorire un buon processo digestivo.

Se non avessimo l’acido gastrico tanti macro allergeni presenti nel cibo, sostanze potenzialmente in grato di slatentizzare un'allergia, non sarebbero degradati e spezzati.

Quello che sostiene il prof. Gasbarrini non è solo basato su fatti scientifici, ma è anche naturale e pertanto logico. La naturale fisiologia digestiva, oltre al buon senso, dovrebbe guidare le scelte dei medici e dei pazienti.

Cercare una soluzione veloce con la chimica ad un problema come il reflusso, che può essere risolto con alimentazione adeguata e stile di vita, è la strada apparentemente più efficace nell'immediato ma non è di sicuro la scelta più benefica.

Dopo questa importante premessa, riprendiamo il discorso dal principio cercando di capire bene che cosa sono gli inibitori di pompa e come agiscono, ma anche per quale motivo le aziende farmaceutiche, pur consapevoli dei rischi emersi dagli studi, continuano a promuovere l’uso di questi farmaci.

molecole degli inibitori di pompa proonica

Inibitori di Pompa Protonica: quali sono e qual è il giro d'affari

Ecco un elenco dei farmaci (fonte Wikipedia):

  • omeprazolo, disponibile sotto forma di medicinale generico, generalmente in capsule da 10 mg e da 20 mg, dal 2002
  • lansoprazolo, disponibile sotto forma di medicinale generico, generalmente in capsule da 15 mg e da 30 mg, dal 2007
  • esomeprazolo, disponibile nei dosaggi da 10 mg in bustina come granulato gastro resistente per sospensione orale, da 20 mg e da 40 mg come compresse in blister; disponibile sotto forma di medicinale generico, generalmente in capsule da 20 mg e da 40 mg, dal 2011
  • pantoprazolo, disponibile sotto forma di medicinale generico, generalmente in capsule da 20 mg e da 40 mg, dal 2009
  • rabeprazolo sodico disponibile sotto forma di medicinale generico, generalmente in capsule da 10 mg e da 20 mg, dal 2012
  • tenatoprazolo, molecola caratterizzata da un'emivita molto lunga, ancora in fase di studio clinico.

I nomi commerciali degli inibitori di pompa protonica possono essere quelli originale dell’azienda che ha brevettato la molecola oppure i generici, per le molecole in cui è scaduto il brevetto.

Quale è il giro di affari prodotto dagli inibitori di pompa protonica?

Dalla loro prima approvazione nel 1988, gli inibitori della pompa protonica hanno raggiunto un'estrema popolarità.

Questi farmaci sono tra i più prescritti nel mondo e ogni anno il numero di persone che le utilizza cresce. Nel 2013, i primi dieci inibitori della pompa protonica hanno prodotto ricavi per più di 8,5 miliardi di dollari alle aziende farmaceutiche (5)

Attualmente i pazienti nel mondo spendono più soldi solo su un’altra classe di farmaci: le statine, utilizzate per abbassare i livelli di colesterolo.

E in Italia come vanno le cose? 

Tra i primi 10 farmaci venduti in Italia ben 4 sono inibitori di pompa protonica (pantoprazolo, lansoprazolo, omeprazolo, esomeprazolo). Quindi, anche da noi i gastroprotettori sono i farmaci maggiormente prescritti e venduti!

Possiamo comprendere facilmente come, visti i guadagni enormi, l’interesse della aziende farmaceutiche sia quello di continuare a vendere questi farmaci e non quello di promuovere la guarigione dal reflusso tramite un percorso naturale.

grafico aumento malattie croniche

Dal grafico qui sopra si evince come le malattie croniche negli Stati Uniti, ma anche in Europa, stiano aumentando continuamente.

Ma perché abbiamo bisogno di così tanti farmaci? Davvero siamo in preda ad un epidemia di malattie croniche e digestive incontrollabili?

È naturale porsi queste domande:

  • come facevano le persone a vivere prima dell’invenzione degli inibitori di pompa protonica?
  • stavano peggio o meglio a livello digestivo?
  • forse stiamo sbagliando qualcosa di molto importante per quanto riguarda il nostro stile di vita e il modo in cui ci curiamo?

Nel prosieguo dell'articolo ci occuperemo anche di questo.

Inibitori di pompa protonica: meccanismo d’azione, indicazioni e interazioni

meccanismo d'azione

Meccanismo d’azione degli inibitori di pompa protonica

Adesso cerco di spiegarti nel modo più semplice possibile come funzionano questi farmaci.

  • Gli inibitori di pompa si legano alle cellule parietali gastriche in maniera da generare una prolungata inibizione della produzione dell’acido cloridrico (6)
  • I PPI si legano in maniera irreversibile all'enzima H+/K+ATPasi (pompa protonica), fase finale per la produzione dell’acido cloridrico.
  • I PPI bloccano la secrezione di ioni idrogeno, che si combinano con gli ioni cloruro nello stomaco per formare l’acido gastrico.
  • Gli inibitori di pompa protonica inibiscono sia la produzione basale, sia l'acido gastrico stimolato dalla digestione.

Lo stomaco è predisposto per arrivare ad un ph acido anche di (1.5 - 2), mentre con gli inibitori di pompa il ph diventa pressoché neutro, sconvolgendo quello che la natura ha predisposto per ottenere una normale e sana digestione.

La durata dell'inibizione dell'acido cloridrico dovuta agli inibitori di pompa è di circa 24 / 48 ore, successivamente la secrezione acida viene ripristinata: per questa ragione tali farmaci si somministrano quotidianamente.

Le diverse molecole (omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo etc.) hanno un'efficacia similare, ma possono differire le interazioni, il tempo di assorbimento e il dosaggio necessario per garantire l’effetto antiacido (7)

immagine cane che si morde la coda

Gli antiacidi e in particolari gli inibitori di pompa creano un circolo negativo: "il cane che si morde la coda".

Infatti, queste molecole agiscono inibendo la secrezione di acido cloridrico. In questo modo però lo stomaco risponde alla riduzione artificiale di acido con l’aumento della gastrina come reazione compensativa.

La gastrina è un ormone che aumenta nel sangue quando lo stomaco produce una quantità di acido cloridrico insufficiente ad una digestione completa: la gastrina ha infatti la funzione di stimolare la cellula parietale gastrica a produrre più acido.

L'ipergastrinemia, condizione di tutti i consumatori di inibitori di pompa, è una condizione di salute potenzialmente molto pericolosa.

Questo studio (8) mette in evidenza come l'inibizione della secrezione di acido cloridrico indotta dagli inibitori di pompa provochi l'ipocloridria iatrogenica e l'ipergastrinemia, che possono determinare l'ipertrofia delle cellule parietali, esponendo i pazienti a ipersecrezione di acido di rimbalzo.

In pratica, alla sospensione dei farmaci si ha una iper-produzione di acido che acutizza i sintomi e ci “obbliga” a continuare ad assumere gli antiacidi: una sorta di effetto negativo che ci rende dipendenti.

Lo studio conclude sostenendo che questo fenomeno possa essere responsabile della mancata interruzione della farmacoterapia con gli inibitori di pompa protonica e del loro uso eccessivo.

Quindi ecco il cane che si morde la coda. Gli inibitori di pompa riducono l'acido cloridrico ed il corpo risponde con l'aumento della gastrina, nel tentativo di riportare l’equilibrio e produrre la quantità di acido necessaria ad una completa digestione.

Se si studia la naturale fisiologia digestiva, si comprende quanto sia importante l’acido cloridrico.

Infatti, senza una quantità sufficiente di acido cloridrico le proteine, i minerali e le vitamine non possono essere digerite ed assimilate in maniera completa.

E non è finita qui...

Quando nell'intestino arrivano proteine non digerite, esso non le riconosce e le attacca attivando il sistema immunitario. Condizione che spesso sta alla base della permeabilità intestinale, delle malattie autoimmuni e infiammatorie.

elenco malattie dovute alla permeabilità intestinale

L'acido cloridrico è anche indispensabile per trasformare alcuni enzimi come il pepsinogeno, che attraverso l'acido si attiva e diventa pepsina, un enzima necessario a scomporre le proteine.

Senza pepsina a sufficienza la digestione diventa più lenta e si affatica il pancreas, che per compensare la mancata digestione all'interno dello stomaco deve produrre più enzimi (9)

Inoltre il cibo, senza sufficiente acido cloridrico, non può essere adeguatamente sterilizzato, come descritto in questo studio (10), con la conseguenza che passano negli intestini virus e batteri che normalmente sarebbero disintegrati dall'acido gastrico.

Infine, questo studio (11) mette in guardia dall'uso degli inibitori di pompa protonica nei pazienti con infezioni di Helicobacter Pylori, poiché l'ipergastrinemia associata all'infezione di Helicobacter Pylori aumenta il rischio di tumori gastrici.

pettine con nodo

In pratica gli inibitori di pompa protonica non risolvono il problema... ma ne creano altri. Infatti a peggiorare la situazione vi è il fatto che il cibo cosiddetto spazzatura e le combinazioni di cibo pesanti da digerire sono quelle che creano maggiore reflusso e allo stesso tempo sono quelle che richiedono maggiori quantità di acido cloridrico per essere digerite sufficientemente.

Quando assumiamo antiacidi inizialmente crediamo di stare meglio e ci “possiamo permettere” di continuare ad alimentarci male e in maniera inadatta al nostro organismo, peggiorando pertanto l’infiammazione alla base del reflusso stesso.

Continuando in questo modo, a causa delle continue digestioni incomplete e indebolite dalla carenza di acido naturale, danneggiamo ulteriormente non solo lo stomaco e l’intestino ma l’intero organismo per i meccanismi già descritti e per gli altri che vedremo in seguito.

La natura non fa errori. Invece noi uomini abbiamo la capacità di stravolgere un normale processo naturale con le nostre abitudini spesso insensate e poi tentiamo di compensare aggiungendo farmaci totalmente innaturali che alterano ulteriormente l’equilibrio già precario.

immagine uomo con stomaco in fiamme per gastrite

Indicazioni per cui sono prescritti gli inibitori di pompa protonica

  • Malattia da reflusso gastro-esofageo (GERD)
  • Ulcera peptica
  • Eradicazione Helicobacter pylori (in combinazione con amoxicillina e claritromicina)
  • Gastrite e dispepsia (dove il sintomo principale è un dolore bruciore epigastrico)
  • Sclerodermia
  • Profilassi per i pazienti ad alto rischio di ulcerazione peptica indotta da farmaci antinfiammatori (acido aceti salicilico , fans, etc)
  • Sindrome di Zollinger-Ellison

Questa non è una lista esaustiva, ma comprende le indicazioni principali.

Interazioni degli inibitori di pompa protonica

Queste le interazioni più significative

  • omeprazolo, lansoprazolo e rabeprazolo interferiscono con la digossina
  • omeprazolo e lansoprazolo interferiscono con warfarin
  • omerpazolo, lansoprazolo, esomeprazolo interferiscono con carbazepina
  • omeprazolo e esomeprazolo interferiscono con diazepam
  • omeprazolo, lansoprazolo e esomeprazolo interferiscono con fenitoina
  • omeprazolo e lansoprazolo interferiscono con i contraccettivi
  • omeprazolo e esompeprazolo compete con il clopidogrel.

Riferimenti scientifici (12)

Gli inibitori di pompa protonica sono davvero efficaci e sicuri?

L’Agenzia Italiana del Farmaco, come precedentemente detto, ha pubblicato il 25 gennaio 2016 una nota relativa all’utilizzo degli inibitori di pompa protonica, con lo scopo di mettere in evidenza i pericoli e gli effetti collaterali, troppo spesso sottostimati, di un utilizzo inappropriato di tali farmaci.

Nella nota dell’agenzia è presente il seguente messaggio:

Effetti avversi associati all'uso di inibitori di pompa protonica (studio pubblicato su JAMA)

"In un recente articolo pubblicato su JAMA Internal Medicine alcuni ricercatori statunitensi riportano i dati sugli effetti negativi dell’uso, spesso eccessivo, degli inibitori di pompa protonica, largamente impiegati negli USA (ma anche in Italia, come rilevano i dati OsMed) per il trattamento della dispepsia e per la prevenzione del sanguinamento gastrointestinale nei pazienti cui è prescritta una terapia antiaggregante.

Gli studiosi, sulla scia di precedenti analisi effettuate già a partire dal 2010 nell'ambito degli approfondimenti “Less is More” della rivista scientifica, hanno condotto una serie di revisioni sistematiche portando ulteriori elementi a supporto della tesi di una sovra-prescrizione dei PPI, nella convinzione errata che tali medicinali comportino scarsi effetti collaterali.

In realtà, molteplici studi osservazionali di alta qualità hanno documentato probabili nessi causali con l’uso di PPI e reazioni avverse, fra cui aumento di malattie renali acute e croniche; fratture; ipomagnesemia, infezioni da Clostridium difficile, polmonite e rischio cardiovascolare.

È quindi importante - concludono gli autori - prestare molta attenzione nella prescrizione di PPI nei pazienti ad alto rischio per una di queste condizioni. In tutti i pazienti e specialmente in quelli che utilizzano dosi elevate di inibitori di pompa devono essere monitorati i livelli di creatinina sierica e di magnesio, vista l'associazione con l’insorgere di malattie renali e bassi livelli di magnesio.

In generale, si raccomanda di discutere sempre con il proprio medico potenziali rischi e benefici del trattamento e la possibilità di ricorrere ad alternative terapeutiche valide, insieme a modifiche dello stile di vita”. 

Link allo studio su JAMA Internal Medicine

Il reflusso è il segnale di qualcosa che non sta funzionando.

Per liberarsi definitivamente da questo fastidioso disturbo è necessario individuarne le cause e utilizzare un percorso naturale di guarigione che ripristini l’equilibrio di stomaco ed intestino, agendo sia sulla dieta, sia sullo stile di vita.

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IMMAGINE UOMO CON UN FARMACO IN MANO CONFUSO

Effetti collaterali degli inibitori di pompa protonica

Ci sono ormai decine di ricerche scientifiche e ogni mese si aggiungono nuove studi che dimostrano che questi farmaci hanno molti e seri e spesso sorprendenti effetti collaterali.

  • Pubblicazione (13) che correla l'utilizzo di inibitori di pompa protonica e la demenza (danni al cervello e al sistema nervoso) e ulteriore articolo (14) che mette in relazione il rischio di demenza negli anziani con gli inibitori di pompa.
  • Pubblicazioni (15) (16) che correlano l'utilizzo di inibitori di pompa protonica con la calcificazione delle arterie, l'insufficienza renale cronica e la nefrite interstiziale.
  • Il prof. Benjamin Lazarus della Johns Hopkins University, successivamente al suo studio (17) relativo al rapporto tra inibitori di pompa e malattie renale, ha affermato che l'utilizzo di inibitori della pompa protonica è risultato associato a un aumento del 50% del rischio di nefropatia cronica rispetto al non uso.
  • L’autore senior dello studio, riportato in Italiano, (18) il Dr Ziyad Al-Aly, un nefrologo del VA Saint Louis Health Care nel Missouri, afferma che gli inibitori di pompa aumentano del 28% la probabilità di malattia renale cronica e sottolinea l’importanza di utilizzare questi farmaci solo quando è strettamente necessario, limitando la durata di utilizzo al più breve tempo possibile.
UOMO CON INFARTO
  • Pubblicazione (19) che correla l'utilizzo degli inibitori di pompa protonica e l'infarto. Nicholas Leeper delle Divisioni di Medicina Cardiovascolare e Chirurgia Vascolare alla Stanford University in California, coordinatore di uno studio pubblicato su PLoSOne, afferma: "I risultati confermano l'ipotesi che, tra i pazienti con reflusso gastroesofageo, l'esposizione a inibitori di pompa protonica si leghi a un aumento del 16% del rischio di infarto miocardico."
  • Pubblicazione (20) che illustra un meccanismo tramite il quale gli inibitori di pompa protonica agiscono sulle cellule in maniera tale da accelerarne l’invecchiamento con conseguente aumento di rischio di problemi renali, cardiaci e neurologici.
  • Pubblicazione (21) che illustra l'ipotesi che molti degli effetti negativi dovuti agli inibitori di pompa (omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo) siano causati da un'immunità sistematicamente compromessa, frutto di inibizione degli enzimi lisosomiali. L'autore dell'articolo sostiene che questo meccanismo possa spiegare l'aumentata incidenza di tumori e di malattie infettive tra gli utenti degli antiacidi ed esprime preoccupazione per un uso eccessivo.
  • Pubblicazione (22) che correla l'utilizzo degli inibitori di pompa protonica con una diminuita produzione di ossido nitrico. L'ossido nitrico è un componente fondamentale per la normale funzionalità del sistema circolatorio e la sua carenza favorisce le malattie cardiache e circolatorie.
  • Pubblicazioni(23) (24) (25) che mettono in relazione l'utilizzo degli inibitori di pompa protonica e alcuni tumori, in particolare a livello dello stomaco e del pancreas, nonchè tumori periampollari.
  • Pubblicazione (26) che correla l'utilizzo dei farmaci inibitori di pompa (omeprazolo, pantoprazolo, lansoprazolo, esomeprazolo e rabeprazolo) con malattie muscolari (miopatia).
  • Pubblicazioni (27) (28) (29) che correlano l'utilizzo degli inibitori di pompa protonica con il rischio di sviluppare allergie ed intolleranze alimentari. La permeabilità intestinale è un problema di salute che negli ultimi anni, come il reflusso, è sempre più in espansione tra la popolazione. Le proteine non totalmente digerite (conseguenza della ridotta produzione di acido gastrico) e il cibo non totalmente disinfettato dai patogeni sono tra i motivi alla base delle permeabilità intestinale.
  • Pubblicazione (30) che correla l'utilizzo di inibitori di pompa protonica con il rischio di fratture e indebolimento delle ossa.
  • Pubblicazioni (31) (32) che correlano l'utilizzo degli inibitori di pompa protonica con il ridotto assorbimento di vitamine essenziali (vit C e B.12) e minerali essenziali (ferro, magnesio, calcio etc). Le carenze alimentari hanno molte conseguenze sulla salute in generale, tra cui: aumento dell'osteoporosi e fratture, anemia per carenza di ferro e vit B.12, ipomagnesia per carenza di magnesio, debolezza immunitaria. È risaputo che le carenze alimentari favoriscono l’invecchiamento, oltre all'indebolimento generale alla predisposizione alle malattie.
  • Pubblicazione (33) che mette in relazione l'utilizzo degli inibitori di pompa protonica e le infezioni intestinali con conseguente alterazione del microbioma intestinale. Ormai è accertato che dall'equilibrio del microbioma dipenda buona parte della salute e allo stesso tempo che da un microbioma danneggiato dipendano buona parte delle malattie.
  • Pubblicazioni (34) (35) che correlano l'assunzione di inibitori di pompa protonica con la permeabilità intestinale. La permeabilità intestinale, come dimostra questa ulteriore ricerca (36) è la fonte di innumerevoli problemi di salute tra cui: artriti, diabete, obesità, tossicosi epatica, celiachia e altre malattie autoimmuni.
  • Pubblicazione (37) che dimostra come gli antiacidi, utilizzati ormai anche nei lattanti, siano connessi con le infezioni intestinali nei bambini.
  • Pubblicazione (38) che correla l'utilizzo degli inibitori di pompa protonica con l'infezione da candida 
    intestino con infezione da candida
    (la candida in eccesso intossica e danneggia l’intestino, producendo permeabilità intestinale e moltissime altre conseguenze).
  • Pubblicazione (39) dove vengono analizzati molti studi e vengono riassunti alcuni degli effetti collaterali delle diverse molecole facenti parti degli inibitori di pompa (omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo, esomeprazolo): tra questi effetti collaterali, spiccano problemi muscolari, al fegato, alla pelle.
  • Pubblicazioni (40) (41) che dimostrano come gli inibitori di pompa protonica (omeprazolo, lansoprazolo, pantoprazolo, rabeprazolo) siano connessi con la sindrome dell'intestino irritabile (IBS) e con la SIBO, caratterizzato da eccessiva crescita batterica e infezioni croniche dell’intestino tenue.
  • Studio (42) che dimostra che la SIBO è stata rilevata nel 50% dei pazienti che utilizzano inibitori di pompa.
  • Pubblicazioni (43) (44) che dimostrano come gli inibitori di pompa protonica siano connessi con infezioni, anche gravi, da Clostridium difficile (infezione che in pazienti anziani o indeboliti può portare anche alla morte).
  • Pubblicazione (45) che correla l'utilizzo degli inibitori di pompa protonica e la diminuzione della fertilità maschile, evidenziando il fatto che successivamente all'utilizzo degli IPP il liquido seminale ha un declino della qualità.
  • Articolo sul portale Farmacovigilanza (46) che correla alcuni casi di impotenza con l'assunzione degli inibitori di pompa protonica.
Come vedi ce n'è per tutti! E per tutti gli organi.. Spesso in silenzio ma costantemente, gli inibitori di pompa protonica danneggiano ogni nostro organo vitale.

Anche chi non ha nessuna competenza in medicina si rende conto di quali gravi conseguenze per la salute possano derivare dall'utilizzo di questi farmaci.

La verità è pertanto chiara: bisogna prestare molta attenzione agli inibitori di pompa protonica

Gli inibitori di pompa protonica sono farmaci che interferiscono con tutti gli organi, perché squilibrano la digestione.

Da una buona digestione e dal buon assorbimento dei nutrienti dipende una buona salute. Inoltre le infezione e le infiammazioni a livello intestinale si propagano in ogni angolo del corpo.

L’intestino è per il corpo come la radice per una pianta: una radice malata ammala tutto l’albero... e lo stesso vale per l’intestino rispetto al nostro corpo.

Spesso i farmaci inibitori di pompa sono detti gastroprotettori, nome che - come abbiamo visto - può trarre in inganno.

Infatti questo termine è attendibile solo quando l’utilizzo degli inibitori di pompa protonica è contestuale a quello degli antinfiammatori, ma è chiaro che gli antiinfiammatori e quindi anche gli inibitori di pompa dovrebbero essere assunti per il minor tempo possibile.

Fanno eccezione altri problemi di salute, come le ulcere gastriche, per i quali non possono essere utilizzate cure alternative.

bilancia con un lato piano di medicine l'altro con frutta

Quale potrebbe essere un inibitore di pompa naturale?

Molte persone comprano gli inibitori di pompa protonica in farmacia, spesso senza una prescrizione medica. E poi assumono quotidianamente questi farmaci con tranquillità, inconsapevoli dei problemi di salute a cui vanno incontro e del fatto che, tamponando i sintomi, i problemi alla base del reflusso non si risolvono.

Anche io, quando ancora non avevo studiato a fondo l’apparato digestivo e individuato un percorso di guarigione naturale, ho purtroppo utilizzato questi farmaci con conseguenze peggiori rispetto ai sintomi del reflusso.

Sono riuscito appena in tempo a fermarmi e a cambiare totalmente strategia.

Alla base del reflusso vi è spesso una debole capacità digestiva e, soprattutto negli anziani, una scarsa produzione di acido cloridrico (ipocloridria), come spiegato nel mio articolo sulla cause del reflusso gastroesofageo

È chiaro che sopprimere la produzione di acido dello stomaco tende a peggiorare i problemi alla base del reflusso.

Per risolvere in modo definitivo il reflusso gastroesofageo, non dobbiamo quindi cercare nessun inibitore di pompa naturale, ma affidarci ad un percorso naturale di guarigione strutturato in 3 fasi, in grado di far sparire i sintomi, rimuovere le cause e ristabilire un equilibrio digestivo stabile.

  1. RESET – Questa fase, che dura al massimo qualche settimana, prevede la comprensione delle cause alla base del reflusso, l'eliminazione dei sintomi tramite la rinuncia ad alcuni cibi e la depurazione dell'apparato digestivo.
  2. RIPROGRAMMAZIONE – Questa fase, che può durare da qualche settimana a qualche mese, prevede il ripristino della capacità digestiva tramite una strategia alimentare personalizzata e il riadattamento dello stomaco, con la reintroduzione graduale dei cibi evitati nella prima fase.
  3. ROUTINE – La terza fase prevede la definizione di una dieta e di uno stile di vita in grado di prevenire la ricomparsa del reflusso gastroesofageo.

Non esiste un singolo rimedio miracoloso, ma un percorso integrato che funziona.

Solamente riequilibrando e rinforzando l’apparato digestivo e risolvendo i problemi alla base del reflusso, possiamo raggiungere il nostro obiettivo, cioè la buona salute e il benessere definitivo che desideriamo e meritiamo.

In questo articolo puoi approfondire l'argomento e conoscere meglio il mio percorso naturale in 3 fasi.

Se vuoi bruciare le tappe e scoprire subito qual è la soluzione antireflusso che può aiutarti a risolvere definitivamente il problema, scarica la guida gratuita che ho preparato per te!

Conclusione

Se si applica la corretta strategia non è necessario limitare l'alimentazione a pochi alimenti. Se si diventa consapevoli delle caratteristiche di una alimentazione sana e antireflusso, si può conciliare il piacere del buon cibo con la buona salute.

Il tuo obiettivo deve essere quello di risolvere il reflusso definitivamente, in modo che non torni mai più, senza essere schiavo di farmaci pericolosi che vanno presi a vita.

Gli studi scientifici, come la mia esperienza e quella di tanti altri, dimostrano che risolvere il reflusso in maniera naturale è possibile. Al contrario, se ci affidiamo solo ai farmaci, magari pensando che assumere "una pillolina" non possa farci troppo male, rischiamo seriamente di subire danni gravi e irreparabili.

Se hai domande puoi farle nei commenti in fondo alla pagina.

Alla tua buona salute!

Salvo

Salvo


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  1. Ho problemi con lo stomaco da un anno e mezzo circa, acutizzati al cambio di stagione. La scorsa settimana sono finita al PS perché i dolori erano cosi pesanti da far pensare a qc di cardiaco. Sono stata dimessa con prescrizione di pantoprazolo e sucralfato, che hopreso per una settimana senza risultato. Ieri sono andata dalla gastroenterologa, la quale mi ha detto che questi farmaci non sono adatti al mio caso in quanto non ho eccesso di acido bensi il.contrario. Mi ha prescritto ranitidina 150 alla mattina, 7 gocce levopraid prima colazione pranzo cena e hepilor lontano dai pasti per 15/20 gg e poi diminuire le dosi per altri 15 gg. Questi farmaci sono altrettanto pericolosi rispetto agli IPP ? Come posso evitarli ? Quale percorso naturalr fa per me ? Concludo dicendo che sono donna 64 anni, con diagnosidi gastrite atrofica. Grazie se vorrà dare riscontro al mio scritto. Cordialmente Dominique

    1. questo genere di consigli può darteli solo un medico meglio ancora un gastroenterologo che conosce la tua situazione dovresti farti seguire da qualcuno.. alle cure mediche puoi sempre aggiungere una dieta e uno stile di vita adeguati che hanno dimostrato di migliorare le problematiche e ridurre il reflusso qua trovi maggiori informazioni

  2. Complimenti per l’articolo. Anche io soffro di questo fastidioso problema dovuto ad un cardias incontinente. Il mio problema è tendenzialmente la notte, in seguito alla mia posizione, orizzontale, durante il riposo notturno.
    Mi può dare qualche consiglio?

    1. Grazie per il complimento gradito… Il reflusso gastrico si presenta spesso la notte anche per la posizione orizzontale come ha giustamente osservato.. nell’articolo reflusso notturno trova alcuni consigli inoltre attraverso questa pagina può ricevere ulteriori indicazioni pratiche

  3. Articolo interessante mi ci rivedo nei sintomo che avevo tempo fa, nel 2008 ho iniziato ad avere pirosi continue e mi hanno riempito di farmaci pantoprazolo domperidone ma sono tornati i sintomi e alla fine mi sono venuti gli attacchi di panico e mi hanno dato altri farmaci.
    Ora sono 3 anni che ho la disbiosi e ho dovuto togliere i tutti cereali anchr il riso e il grsno turco per la risposta
    immunitaria anomala , ho meteorismo continuo che non passa e nessun probiotico migliora..
    Ho trovato un dottore che tratta sti problemi e dovro fare un po di esami che gia conoscevo ma mi sembra un mangia soldi purtroppo quello li non ha l’aria di uno che vuole guarirti.

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